Via Lattea AR 19h 47m 37.128s DEC +24° 30′ 31.20″

Torno dopo tanto tempo a presentarvi una nuova immagine. Questo è un largo campo nei pressi della costellazione della Volpetta. Oltre alle numerose nebulose oscure e regioni ad emissione nel campo, si può notare (in basso a sinistra) anche la nebulosa planetaria M27 (detta nebulosa Manubrio).

Come sempre vi rimando al sito per i dettagli relativi all’acquisizione.

Alla prossima!

M42 – La Grande Nebulosa di Orione

E’ uno di quegli oggetti che gli astrofili che intraprendono i primi tentativi di riprese provano a immortalare, principalmente per la sua luminosità (è visibile facilmente a occhio nudo anche da un cielo suburbano). In realtà questa nebulosa, avendo una differenza di luminosità notevole fra il nucleo e la zona periferica, è molto difficile da rendere appieno in tutte le sue sfumature. E’ stata anche una delle mie prime nebulose, quando avevo iniziato con la pellicola. L’ultima volta che l’avevo ripresa era con il telescopio VISAC e la Canon 450D modificata, circa 10 anni fa, ho perciò deciso di rifarla a largo campo con l’FSQ85ED e il CCD.
Questa è una compositazione di RGB a cui ho inserito sia riprese in H-alfa che OIII. Inoltre, per non saturare il nucleo, ho effettuato una serie di foto brevi, che poi ho sommato in HDR con il resto delle riprese.
M42 è situata ad una distanza di circa 1270 al dalla Terra, si estende per circa 24 a.l. ed è la regione di formazione stellare più vicina al Sistema solare. La Nebulosa di Orione contiene al suo interno un ammasso aperto molto giovane, noto come Trapezio. All’interno della nebulosa il telescopio spaziale Hubble ha scoperto numerosi dischi protoplanetari.

Potete trovare la versione a risoluzione maggiore sul mio sito: http://www.skymonsters.net

Galassia NGC 253

NGC 253, anche nota come la Galassia dello Scultore, è una spirale che si trova apparentemente nella costellazione dello Scultore. E’ una galassia con intensa attività di formazione stellare. NGC253 è posizionata al centro dell’ammasso di galassie denominato Gruppo dello Scultore, uno degli ammassi di galassie più vicini alla Via Lattea. Le ricerche evidenziano la presenza di un buco nero supermassiccio al centro della galsssia con una massa stimata intorno ai 5 milioni di volte di quella del nostro Sole.

E’ interessante notare anche la quantità di polveri che sovrasta il disco galattico, illuminato dalla luce della galassia stessa: in pratica il corrispettivo della IFN su NGC 253.

La ripresa di questa galassia, nonostante la sua grandezza e luminosità relativa, è fortemente ostacolata per gli osservatori situati come noi nell’emisfero boreale. Questo per via del fatto che NGC253 non si eleva mediamente a più di 20° di altezza dall’orizzonte per un osservatore posto in Italia. Il risultato è che vi è una forte differenza nella definizione dei dettagli a seconda se si stia riprendendo in rosso, verde oppure blu: più la lunghezza d’onda è corta e più la definizione risulta compromessa. Lo si può notare facilmente osservando gli aloni blu attorno alle stelle più luminose, che altrimenti non sarebbero così evidenti e le “punte” delle stelle che sono tutte virate verso il rosso.

Come sempre cliccando sull’immagine potrete vedere le info sulla ripresa e una versione a dimensioni maggiori.

Sh2-73

Sh2-73 è una nebulosa a riflessione visibile nella costellazione di Ercole. Scambiata in origine per una regione HII, si è poi scoperto che è illuminata dalla nostra galassia nel suo insieme, e fa quindi parte delle cosiddette “IFN” (Integrated Flux Nebulae). Sh2-73 è una delle nubi più vicine al sistema solare, essendone distante circa 650 a.l.; si trova ad una latitudine galattica molto elevata e non appare associata ad alcuna stella luminosa, né in essa sono attivi fenomeni di formazione stellare. La nube potrebbe essere associata a MBM 40, un debole filamento di gas non illuminato che contiene 20-40 Masse stellari e distante circa 120 parsec dal Sole.
Nel campo inquadrato si trovano anche alcune distanti galassie; la più evidente è la spirale NGC6060.

Nebulosa a riflessione Sh2-73 (Integrated Flux Nebula)

M44 – L’ammasso aperto del Presepe

L’Ammasso del Presepe (latino præsepe, mangiatoia), noto anche come Ammasso Alveare o con le sigle di catalogo M44 o NGC2632, è un brillante ammasso aperto visibile nella costellazione del Cancro. È uno dei più vicini al sistema solare e contiene una ricca popolazione di stelle, più ampia di quelle di altri ammassi aperti vicini.
Le sue componenti più luminose sono di magnitudine 6 e 7 e sono perfettamente visibili con un binocolo anche dai centri urbani. L’età e il moto proprio sono paragonabili a quelli delle Iadi, suggerendo che entrambi gli ammassi abbiano un’origine comune; sia il Presepe sia le Iadi contengono inoltre delle giganti rosse e delle nane bianche, che rappresentano gli ultimi stadi dell’evoluzione stellare, più un gran numero di stelle di sequenza principale di classe A, F, G, K e M.
Stime sulla sua distanza forniscono cifre che variano fra i 550 e 610 a.l., mentre sull’età, stimata sui 580 milioni di anni.

Nella ripresa, oltre a M44, si notano moltissime galassie di sfondo!

Cieli sereni!

Regione di Barnard 3 a largo campo

Questa nuova ripresa raffigura una zona molto particolare. Nella zona centrale abbiamo in primo piano la neulosa oscura catalogata col numero 3 del catalogo di Barnard, che occupa buona parte del campo insieme alle nebulose oscure LDN 1468 e LDN 1470. La presenza di una regione di idrogeno ionizzato ci fa rendere immediatamente conto di come quest’ultima si trovi in qualche modo “dall’altra parte” di B3, in quanto quest’ultima riesce ad attenuare, nelle sue regioni più dense, la radiazione H-alfa che proviene da LBN 749.

Nella zona a sinistra in basso della foto possiamo invece notare la nebulosa a riflessione IC348 e le nebulose LBN 758 e LBN 601. Queste nebulose devono la loro luce blu alla radiazione emessa dalla stella Omi Per (Atik).

Nonostante la densità di polveri presenti nella zona, è possibile identificare alcune lontane galassie, appartenenti al catalogo PGC; la più notevole è PGC 1921731, del diametro apparente di un primo d’arco.

I dettagli tecnici di ripresa e la versione a risoluzione più alta li trovate al link della foto

Cieli sereni

Curca di luce del minimo primario di UV Psc

Sono tempi duri all’Elijah Observatory, il meteo avverso non concede tregua. Mi sono messo quindi di buona lena e ho stazionato meglio la montatura sul balcone di casa, dopodichè ho montato il CCD accoppiato con il teleobiettivo Samyang 135mm chiuso a f/4.

Ho quindi voluto fare una prova, se si riusciva a fare un minimo di fotometria dal Balcony Observatory. Ho quindi selezionato una stella variabile, UV Psc, binaria ad eclisse di tipo Algol, che varia di luminosità dalla 8.91 alla 10.05 (in V). Come filtro ho utilizzato l’Optolong R (fotografico).

Il risultato, assolutamente non disprezzabile, è riassunto nella seguente curva di luce

Curva di Luce di UV Psc

Il passo successivo è quello di verificare se l’istante di minimo che ho rilevato coincincide con quello calcolato dalle effemeridi attualmente considerate.

Barnard 3 Region

Eccomi con una nuova ripresa, questa volta della regione nebulare attorno alla nebulosa oscura catalogata come Barnard 3. Si tratta di una compositazione LRGB a cui ho aggiunto delle riprese H-alfa per meglio evidenziare come la regione ad emissione sia prospetticamente “dietro” la nebulosa oscura.

Come sempre attendo i vostri commenti!

Cieli sereni a tutti!

M57, la nebulosa anulare della Lira

Unica ripresa di quest’estate dall’Elijah Observatory, è un RGB-Halfa-OIII. Come test ho deciso di provare a effettuare tutte le riprese in binning 2: dal punto di vista della risoluzione non cambia niente in quanto sto comunque sovracampionando dal punto di vista del seeing; volevo capire se lavorando in binning 2 ci fosse qualche vantaggio in fase di elaborazione per via del superpixel.

Quello che ho notato, ma farò ulteriori prove in merito, è che non ci sono facilitazioni in fase di elaborazione, anzi, ho avuto dei problemi di flat: nemmeno utilizzando i flat eseguiti al tramonto sono riuscito a compensare per alcuni riflessi interni residui.

Nonostante tutto la foto non è venuta male, anche se ho dovuto effettuare diverse prove per riuscire a coniugare la parte centrale RGB, molto luminosa, con gli anelli h-alfa esterni che sono molto più deboli.

Cliccando sulla foto, sarete diretti al mio sito con le info tecniche di ripresa e la versione a risoluzione più alta.

Nebulosa Trifida (M20)

Dopo diverso tempo passato a riprendere con l’FSQ, mi è ritornata voglia di riprese a lunga focale; ho così rimesso in piedi il mio fido RC10 Truss della GSO e quest’estate ho ripreso la nebulosa Trifida (M20) in LRGB.

Come al solito trovate i dettagli della ripresa sul sito, che ora vi apparirà in veste rinnovata.